Tra i Bonus Casa 2019 è stato confermato l’incentivo per chi investe nella ristrutturazione di un immobile. Quando si perde la detrazione?
L’ultima Legge di Bilancio ha stabilito la proroga del Bonus Casa per tutto il 2019.
Tra i vari incentivi c’è anche il Bonus ristrutturazioni, che permetterà di portare in detrazione il 50% delle spese impiegate per lavori edili effettuati su un immobile di proprietà, percentuale da calcolare su un tetto di spesa massima di 96 mila euro.
Dal 2018 è stato introdotto l’obbligo di trasmettere all’Enea le informazioni sui lavori eseguiti, analogamente a quanto già previsto per la riqualificazione energetica degli edifici.
Questa nuova comunicazione è necessaria per monitorare e valutare il risparmio energetico conseguito con la realizzazione degli interventi di recupero edilizio.
La comunicazione per ottenere la detrazione del 50% sugli interventi di ristrutturazione edilizia che consentono anche di conseguire un risparmio energetico deve avvenire telematicamente caricando i dati sul sito Enea entro il termine di 90 giorni a partire dalla data di fine lavori o del collaudo.
Si tratta di un vincolo posto a fini statistici; tuttavia l’Agenzia delle Entrate non specifica niente in merito alla possibilità di perdere diritto al Bonus ristrutturazioni in caso di mancato adempimento: sul sito non si parla né di sanzioni né di revoca del beneficio.
Invece la perdita della detrazione per ristrutturazioni è possibile quando…
1.Non si invia la comunicazione preventiva all’Asl competente, se obbligatoria.
Oltre alla dichiarazione all’Enea, per avere accesso al bonus è obbligatoria una comunicazione all’Asl territoriale di competenza che occorre inviare tramite raccomandata a/r (o con altre modalità scelte dalle singole Regioni) completa di questi dati:
- generalità del committente ed il luogo in cui si svolgono i lavori;
- natura dell’intervento edilizio;
- dati dell’impresa che esegue i lavori;
- data di inizio dell’intervento di recupero.
2.Non si esegue il pagamento tramite bonifico bancario o postale.
Per godere della detrazione Irpef il bonifico ordinario non basta.
La normativa a riguardo è rigidissima: il bonifico parlante è l’unica e sola modalità di pagamento per usufruire dei bonus.
Il bonifico parlante si differenzia da quello comune perché deve contenere tutte le informazioni necessarie imposte dalla legge, così da non creare confusione con altri pagamenti:
- nella causale del bonifico bisognerà specificare che il pagamento viene effettuato ai sensi e per gli effetti di cui all’articolo 16 del d.p.r. 917/1986 (che si riferisce proprio agli interventi che possono usufruire delle detrazioni) oppure della legge 449/1997 (relativa invece ai lavori sulle parti condominiali degli edifici). La causale dovrà anche indicare gli estremi della fattura che si sta pagando con il bonifico, emessa dalla ditta che ha effettuato i lavori;
- è necessario indicare gli estremi (nome, cognome e codice fiscale) della persona che effettua il pagamento e a cui sono intestate le fatture per gli interventi di ristrutturazione edilizia. Se l’immobile è in comproprietà vanno indicati gli estremi di tutti i soggetti che partecipano alle spese di ristrutturazione;
- va inserita la partita IVA o in alternativa il codice fiscale di chi effettua i lavori o fornisce il materiale, cioè dell’impresa di costruzione o del singolo artigiano.
Infine, se i lavori riguardano aree condominiali comuni, il bonifico parlante deve indicare il codice fiscale del condominio e dell’amministratore, o del soggetto che esegue l’operazione.
3.Non si conservano le fatture o le ricevute che dimostrano le spese effettuate.
In caso di controlli dell’Agenzia delle Entrate è indispensabile essere in grado di esibire tutta la documentazione relativa ai pagamenti effettuati. Perciò è consigliabile conservare ricevute e fatture almeno per 10 anni, dal momento che la detrazione viene ripartita proprio in 10 rate annuali di pari importo.
4.Non si esibisce la ricevuta del bonifico o questa è intestata a persona diversa da quella che richiede la detrazione.
È fondamentale che l’ordinante del bonifico sia la stessa persona che sulla propria dichiarazione dei redditi chiede la detrazione del 50%.
Come abbiamo detto, se i lavori di ristrutturazione sono eseguiti su immobili in comproprietà tra diversi soggetti, il bonifico parlante deve riportare il nome, il cognome e il codice fiscale di tutti i proprietari e non solo di colui che esegue il bonifico.
5.I lavori eseguiti non rispettano le norme urbanistiche ed edilizie comunali.
6.Sono state violate le norme sulla sicurezza nei luoghi di lavoro e quelle relative agli obblighi contributivi.
In questo caso il contribuente non perde l’agevolazione se è in possesso di una dichiarazione rilasciata dalla ditta esecutrice dei lavori che attesta l’osservanza delle suddette norme.
Sfrutta gli incentivi per fare qualche lavoro in casa e dare maggior valore al tuo immobile!
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A presto con altre novità e informazioni dal mondo immobiliare.
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