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I dromedari di San Rossore, una tradizione secolare ancora viva

Dal lontano 1683 i “cammelli pendenti” sono una presenza fissa del Parco di San Rossore. Ma qual è la loro storia? 

L’Italia rappresenta sicuramente una delle nazioni più ricche di fauna al mondo, anche grazie al suo clima temperato che favorisce la presenza di moltissime specie animali.

Tra queste non figura certo il dromedario, animale tipico delle zone desertiche. Eppure San Rossore, frazione a Nord della nostra città, vanta una presenza storica di questi mammiferi, che nel tempo ne sono diventati un vero e proprio simbolo

Riscopriamo insieme le origini di questa tradizione! 

San Rossore e i dromedari: la storia

La curiosa storia del connubio tra San Rossore e i dromedari è nata all’inizio del XVII secolo, quando a Pisa arrivò il primo esemplare per volere di Ferdinando II de’ Medici che, da grande amante di animali esotici, intravedeva la possibilità di adattamento di questa specie all’ambiente del parco di San Rossore.

Ma la vera e propria “invasione” è avvenuta qualche anno dopo, esattamente nel 1683, quando alla tenuta arrivarono i dromedari sottratti ai Turchi durante la battaglia di Vienna. 

Come già ipotizzato da Ferdinando de’ Medici, il clima di San Rossore si rivelò favorevole per questa specie, che si adattò velocemente all’ambiente ed iniziò a riprodursi fino a toccare un totale di 196 esemplari nel 1789.

Da qui in poi, però, iniziò il declino della presenza di questi splendidi animali in Toscana: prima venne utilizzato il loro pelo per realizzare dei materassi e poi, durante la Seconda Guerra Mondiale, la loro carne venne utilizzata come nutrimento dalle truppe dell’esercito tedesco che sostavano all’interno tenuta. I pochi che riuscirono a scampare a questo atroce destino vennero dirottati in zoo o circhi equestri sparsi per l’Italia. 

Nonostante il tentativo invano di ripopolamento voluto dal Presidente della Repubblica Giovanni Gronchi, l’ultimo esemplare del Parco di San Rossore morì a metà del XX secolo ed il suo scheletro è tuttora conservato al Museo di Storia Naturale della Certosa di Calci.

Route Nazionale AGESCI: il ritorno dei dromedari a San Rossore

La lunga assenza del mammifero all’interno del Parco si è interrotta nel 2014 quando, in occasione della Route Nazionale AGESCI, sono stati donati tre esemplari di dromedari provenienti da diversi allevamenti italiani, riportando così in vita questa tradizione secolare pisana. 

Inoltre, giusto pochi giorni fa, due di questi esemplari hanno partecipato attivamente alla seconda edizione della pulizia della spiaggia di San Rossore, organizzata da Plastic Free Onlus in collaborazione con l’Ente Parco

Insieme a più di 300 volontari, i dromedari hanno contribuito a raccogliere ben 6 tonnellate di spazzatura, confermandosi una risorsa fondamentale e unica per tutta la comunità pisana.

Eri già a conoscenza della presenza dei dromedari nel Parco di San Rossore?

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Luca Nardi e Marco Donati

Published inSettore Immobiliare

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